5 buoni motivi per recuperare la Lettura di questa domenica
  • A scuola di letteratura da Nabokov

Nel 1948 Cornell della Cornell University affidò all’eccentrico scrittore dei corsi semestrali sui grandi romanzi europei del diciannovesimo e del ventesimo secolo. Così, da studente ribelle Nabokov divenne un professore dall’aspetto di “un mago maldestro”: “non sapevamo mai se dal cilindro sarebbe uscito un mazzo di foulard al posto dell’atteso coniglio o un budino invece dell’uovo sodo promesso. Era sempre un’avventura” ricorda un suo studente. Tra le pagine de la Lettura di questa settimana il racconto di come l’orgoglio intellettuale e lo snobismo aristocratico hanno influenzato lo scrittore nella scelta dei testi da trattare (“Io non amo Jane e nutro parecchi pregiudizi nei confronti delle scrittrici. Mi sembrano appartenere a un’altra categoria. Non ho mai trovato niente in Orgoglio e pregiudizio.”) e del suo binomio indissolubile di ispirazione-precisione.

“I miei massimi capolavori della narrativa del ventesimo secolo sono, nell’ordine, Ulisse di Joyce, La metamorfosi di Kafka, Pietroburgo di Belyj e la prima metà della fiaba di Proust, Alla ricerca del tempo perduto.”

“I romanzi di cui ci siamo imbevuti non vi insegneranno nulla che possiate applicare alle difficoltà della vita; non vi aiuteranno in ufficio, né sul campo di battaglia, né in cucina, né in camera dei bambini. Il piacere di cui ho cercato di farvi partecipi è lusso, puro e semplice. Non vi aiuterà a capire l’economia sociale della Francia, o i segreti del cuore di una donna o di un giovane. Ma, se avete seguito le mie indicazioni, potrà aiutarvi a provare il senso di appagamento puro e assoluto che dà l’opera d’arte ispirata e ben costruita, e quel senso di appagamento, a sua volta, contribuirà a creare una sensazione di serenità, di benessere mentale più genuino, la serenità e il benessere che proviamo quando comprendiamo che, malgrado le tante cantonate e i tanti spropositi, anche il tessuto interiore della vita è questione di ispirazione e precisione.

  • Giovanni Reale: dal sensibile all’intellegibile

Nello spirito della filosofia analitica degli anni Novanta, si andava diffondendo un malcontento per il pensiero antico e per lo studio di lingue ormai molte e sepolte quali il greco e il latino.

“Perché perdere tempo con Platone anziché risolvere i problemi attuali?”

Ripercorrendo le tappe della filosofia antica (dai primi frammenti del VI secolo a.C. al decreto di Giustiniano del 529 d.C.) Giovanni Reale ribadisce come “l’inizio greco non è destinato ad essere superato in grandezza dalle altre epoche”. A contraddistinguere la filosofia greca è la metafisica, quello sguardo che non si ferma ai dati sensibili della realtà presente, ma punta al divino di ogni uomo, la psyché. Nel Fedone di Platone “a parlare è Socrate, deluso dall’indagine sui fenomeni naturali; il suo timore è che, seguendo coloro che si volgono immediatamente alle cose, pretendendo di cogliere con i cinque sensi, finisca per accecare la propria anima.” È proprio questo passaggio dal sensibile all’intellegibile l’unico vero inizio della filosofia.

 

  •  La nuova caccia ai libri da pubblicare

Non più la disputa tra i sostenitori dell’ebook e quelli del cartaceo al centro del dibattito nell’ambito del Future Book Forum (tenutosi negli scorsi giorni a Poing, in Germania), ma la possibilità dell’esistenza di un nuovo algoritmo. Su la Lettura la proposta di una realtà artificiale in grado di valutare un manoscritto e analizzare la vita social dell’aspirante scrittore e le abitudini dei follower. Conseguenza di una tale applicazione potrebbe essere la perdita di vista del “valore della storia in nome di criteri esclusivamente commerciali”.

 

  • La promessa di George R.R. Martin: “Ora mi ritiro in una baita e concludo la saga”

Esce martedì 20 novembre per Mondadori un nuovo libro di Martin, ma, per il disdegno dei fans, non si tratta dell’attesissimo seguito delle Cronache del ghiaccio e del fuoco (The Winds of Winter) bensì di Fuoco e sangue, un prequel che racconterebbe “il mondo della dinastia dei Targaryen, la Casa regnante nei 300 anni precedenti agli eventi narrati nella saga”. Un’intervista esclusiva in cui lo scrittore non manca di trattare questioni importanti di politica e ambiente.

“I miei eroi politici sono John F. Kennedy e i due Roosevelt: Franklin Delano e Theodore. E anche quando scrivo storie fantastiche, tengo conto della realtà: non esiste gente perfetta, re che governano con saggezza per cent’anni. Nella realtà, come nei miei romanzi, puoi trovare un malvagio che, conquistato il potere, si rivela un buon re, o eroi che diventano pessimi governanti.”

“Quanto alla minaccia incombente, mi sono ispirato alla tendenza degli uomini a ignorare i grandi pericoli che si addensano all’orizzonte, assorbiti dalle piccole questioni della vita quotidiana. […] Oggi è la stessa cosa: ci preoccupiamo di altro, mentre dovremmo difenderci dai cambiamenti climatici che minacciano il genere umano. E dai nuovi nazisti.”

Come i suoi fans, Martin dichiara di non essere esente dal dolore dell’attesa: “è un lavoro complesso: ci sono giorni in cui sei contento di quello che hai scritto ed altri nei quali sbatti la testa contro la tastiera. Pensi che non ne verrai mai fuori: notti nere nelle quali ti dici che dovresti cambiare nome e scomparire nell’Artico.”

  • 2 maggio 1519: 500 anni dalla morte del primo genio del XXI secolo

Dopo quasi 500 anni dalla sua morte, ancora non riusciamo a descrivere il genio di Leonardo in una semplice parola. Come definirlo? Uno scultore o un fonditore, un musicista o un ingegnere, un architetto o un guerriero? Su la Lettura avviciniamo questa misteriosa figura ora per la sua passione per la biologia, ora per l’anatomia e la botanica, per l’astrologia, la fisica e la geologia. Tra queste pagine, Leonardo riprende vita come un nostro contemporaneo, emergendo da ciò che scrisse di lui il Vasari: della Gioconda, lo studioso “aveva notato negli occhi quelle acquitrine che si vedono nel vivo, aveva osservato, nelle ciglia, il modo del nascere dei peli nella carne… E nella fontanella della gola, chi intensissimamente la guardava, vedeva battere i polsi…”

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