Sira e l’arte in estinzione di sbagliare

Capita di dimenticare la lista della spesa sul mobile all’ingresso, di fidarsi della persona sbagliata, di cambiare marca di dentifricio e sapere da subito che almeno tre volte al giorno per il prossimo mese ti maledirai di non aver comprato “il solito”. Capita di perdersi, di seguire un’altra strada, di prendere un abbaglio, di confondersi. In “Sira e il ricordo di Goodland” Sira racconta il suo sbaglio, la sua deviazione, la sua caduta senza nascondersi o mentire.

Queste pagine parlano di una ricerca, quella di tutti: la scoperta del proprio io. Alcuni avvertono fin da subito la necessità di trovare nelle circostanze tratti in cui identificarsi, per altri la consapevolezza arriva con il tempo; altri ancora lo scoprono solo alla fine, quando nelle rughe della pelle ritrovano i segni di quelli che sono stati e non sapevano di essere. La ricerca di Sira comincia presto e parte da un’addizione: collezionare momenti, esperienze, sensazioni che possano definirla, dipingerla, identificarla. I sacrifici dei propri genitori, l’amicizia che le riempie le giornate, i piccoli gesti di quotidiana bellezza.

Poi succede: un imprevisto, una circostanza sfavorevole, una prova per cui forse non eravamo ancora pronti. Sira è spinta dall’altra parte del ponte, in un mondo solo apparentemente più luminoso. Quello che l’attende in realtà sono insidie, illusioni di felicità, promesse non mantenute. Nessun “uomo cattivo” o “mostro del buio” minaccia la piccola Sira: quello che può spaventarla, atterrirla, distruggerla non è qualcosa fuori ma dentro, il posto che scegliamo.

Sira però non si arrende e ci invita a fare lo stesso: a strappare quell’io che le circostanze, le persone, gli eventi hanno costruito per noi e a tornare con occhi consapevoli alla semplicità delle origini, a quel modo di dividere il bene dal male senza compromessi e contraddizioni.

Quella di Sira è una storia di speranza: nel mondo che ci circonda (nella possibilità che abbiamo di prendercene cura), nel domani (quello che ci scegliamo e quello che ci capita), nell’errore (necessario in tempi in cui sembra proibito), ma soprattutto in noi stessi (in ciò che ci distingue).

Sira ci ricorda che ognuno ha qualcosa che non lo rende solo diverso, ma unico. Ci incoraggia a sceglierlo una volta, due volte, tre volte, fin quando non ne siamo sicuri, a mostrarlo con orgoglio e a non averne paura.

Citazioni da Sira e il ricordo di Goodland:

  • La lettura di queste pagine vuole offrire uno spunto a tutti i giovani e agli adulti che, avendo compiuto scelte errate spinti da obblighi e necessità, si ritrovano a vivere un’esistenza vuota e infelice. Ciò che il volumetto propone è la speranza che ciascun individuo, proprio come Sira, persegua la propria indole e le proprie passioni: solo in questo modo si è sicuri di non fare scelte sbagliate e di dare il giusto contributo a un Mondo buono e di retti propositi, proprio come potrebbe essere quello in cui viviamo.
  • A tutte le cose cercava di dare una spiegazione, ma non lo faceva ossessivamente perché più di quelle ragioni, verso cui molti vanno alla ricerca, era stregata da quella fantasmagorica bellezza e da quello splendido mondo fatto di mille e migliaia di cose, tutte differenti e ognuna sorprendente.
  • Era grata alla sua famiglia e al mondo già solo per esistere, perché era quello il solo presupposto fondamentale che le consentisse di immaginare, fantasticare e viaggiare, e solo per questo essere felice.
  • Erano quelle le occasioni in cui sentiva un bisogno per lei implacabile, più grande di una montagna dalla cima bianca e tondeggiante: quello di esprimersi, divulgare il suo amore senza freni e gridare a squarciagola le sue piccole teorie.
  • Gli occhi suoi esprimevano tanta gioia ma nascondevano al contempo una misteriosa amarezza, una terribile sofferenza dettata dal desiderio di fare di più, dalla volontà di essere all’altezza di quel mondo tanto bello. Sira, infatti, si sentiva sempre e il più delle volte un passo indietro a quel mondo, a quei posti e a quelle persone che tanto faticavano per realizzare se stessi e i propri sogni.
  • Quello che ignori è quanto quel mondo sia diverso dal nostro, così diverso che, quando ti ci troverai e lo attraverserai, quasi senza saperlo sarai lanciata in un turbine, una morsa soffocante in cui perderai la strada di casa, tant’è elevata la sua potenza e pressione. Molti ci hanno provato, ma quasi nessuno è mai riuscito ad abbandonarlo. In quel mondo conoscerai il tuo animo più oscuro, verranno fuori le frivolezze e i vili pensieri che mai avresti pensato di possedere e, una volta conosciute le avidità, molto difficile sarà ricongiungerti al tuo mondo d’origine. Solo tu potrai scegliere a quale mondo appartenere. Potrai stabilire i cammini da percorrere e determinare poi i traguardi e i raggiungimenti.
  • Tutto andava velocemente e le abitudini e le convenzioni prendevano sempre più il sopravvento sulla spontaneità e la leggerezza.
  • Cosa sto facendo? si diceva. Il mondo va verso la direzione errata e io lo sto seguendo.
  • Il suo scopo fu da quel momento di celebrare quell’immensa e profonda bellezza, quell’incanto reale e tutt’altro che passeggero del suo mondo, in ogni modo possibile, innestando in sé e in tutti la sua immagine e il suo ricordo, e lo avrebbe fatto perché tutti potessero amarlo esattamente quanto ella lo amava. Ciascuno infatti, a suo parere, meritava di adorarlo, e ciò che bastava era conoscere quel mondo e desiderare di appartenervi con tutto il cuore.

Intervista all’autrice:

Come nasce “Sira e il ricordo di Goodland?”. Dal desiderio di condividere una lezione conquistata negli anni o dall’urgenza di diffondere un invito alla speranza?

“Sira e il ricordo di Goodland” nasce dalla volontà di condividere la mia storia: quella di una ragazza assolutamente ordinaria che ad un certo punto della sua vita ha capito che il percorso intrapreso era quello sbagliato. Da questa convinzione però ne sono nate altre, come quella che sempre più mi ha fatto capire quanto il sistema istituzionale in cui viviamo sia errato e privo di onestà. Per questo sì, nasce senza dubbio per condividere questa lezione da me appresa ma anche per l’urgenza di invogliare i giovani e gli adulti ad intraprendere la strada giusta, quella dettata dal cuore e che senza dubbio concerne le proprie passioni.

Quanto della Scrittrice Smemorata c’è in Sira? Quante delle sue scelte, quante delle sue delusioni?

Mi sento di rispondere che c’è molto di Sira nella Scrittrice smemorata, se non (quasi) tutto. L’unica differenza sta nel mondo in cui ella vive. Anch’io sogno un mondo così.

Nel libro il Bene e il Male sono ben divisi ma collegati da un ponte infinito se si lascia Goodland e brevissimo quando si ritorna da Eviland. Credi che nella realtà sia ancora così: che il Bene possa esistere in maniera autonoma dal Male, che possano ancora esserci due fazioni ben divise e contrastanti?

Ritengo che il Bene trovi la sua più alta espressione nell’Amore. Chiunque può amare, è l’unica cosa che può non essere comprata insomma, ce l’hai, fa parte di te, allora perché non amare il nostro mondo? Perché non combattere per renderlo giusto e ancora più bello? Il male poi, è sempre esistito. È la totale mancanza di quell’Amore di cui parlo a renderlo vivo. Esse sono due cose ben distinte, è vero… ma credo che non sia il Bene ad aver bisogno del male bensì il contrario. È come chiedere a qualcuno: “Cosa trovi più importante? Amare o essere Amato?” Ebbene chi ama ha già tanto dentro di sé, ha qualcosa di incommensurabile e che si porterà dentro tutta la vita. Per questo per me il Bene viaggia in maniera autonoma rispetto al male.

Crescendo Sira è costretta a lasciare Goodland, dobbiamo vedere in questa partenza l’abbandono dell’infanzia? Crescere vuol dire conoscere l’altra parte della medaglia?

Nella seconda parte del libro Sira e la sua famiglia sono costretti a trasferirsi in un altro mondo. È un cambio di rotta, un evento che le impedirà di ricevere il suo Lume, in un certo senso di aprire gli occhi, ecco… scoprendo già allora la sua strada e la sua identità. Può essere visto anche come un addio all’infanzia, certo… poiché da quel momento crescerà e diventerà una dei Grandi. Da questo punto di vista sì, crescere per Sira corrisponderà alla scoperta del nuovo mondo ma sarà soprattutto in quella della sua identità a condurla alla maturità e la consapevolezza degli errori commessi.

Sira alla fine conosce se stessa e compie una scelta importante: credere nel Bene e condividere la bellezza delle buone scelte quotidiane. È quello che fa anche l’autrice?

Sira finalmente conosce se stessa e anch’io attraverso Sira posso dire di aver scovato la strada che da tempo speravo di percorrere. Amo il mio mondo proprio come la protagonista del mio libro e farò di tutto per celebrare la sua bellezza, Sira e il ricordo di Goodland è solo il principio.

Grazie!

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